La FLC CGIL, insieme alla CGIL ed alla FP CGIL, è stata convocata per lunedì 26 novembre 2018 al Senato per l’audizione delle organizzazioni sindacali sul DDL 920/18 detto Decreto Concretezza.
L’articolato, di cui è iniziata la discussione, se, da un lato, mostra la volontà del Governo di voler riaffrontare alcuni problemi (come la stabilizzazione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni ed il vincolo al tetto di spesa del 2016 al fondo accessorio fissato dalla Legge Madia, DLgs 75/17), dall’altro ripropone purtroppo alcune soluzioni e soprattutto un’idea del lavoro pubblico già presenti nei provvedimenti dei precedenti governi, che la FLC e la CGIL avevano contrastato allora e contrastano anche oggi.
In particolare abbiamo avanzato le nostre osservazioni critiche su diversi aspetti proposti dal testo:
Accanto alle proposte emendative abbiamo presentato anche la richiesta di inserire nel testo di legge:
Riteniamo che l’azione di Governo, allo stato delle cose, si presenti come l’ennesimo esercizio di autorità che evita ogni tipo di confronto e ignora le relazioni sindacali che sono previste e tutelate dalla Carta costituzionale.
Ancora una volta siamo di fronte ad un testo livellato sul segno meno: mancano investimenti mirati alla semplificazione delle procedure e alla cooperazione informatica tra enti e Ministeri per mettere in rete banche dati e conoscenze. Per questo motivo chiediamo con un emendamento una maggiore flessibilità dell’utilizzo delle risorse a disposizione delle università statali, e specificatamente quelle del fondo accessorio (fino al 30%), per il miglioramento e l’ampliamento dei servizi agli studenti in ragione dei processi di riorganizzazione conseguenti l’applicazione della legge 240/10. Nessun rafforzamento delle Pubbliche Amministrazioni, infatti, sarà efficace se non verrà accompagnato da investimenti per l’ammodernamento tecnologico e da una forte valorizzazione della contrattazione.
Ci saremmo aspettati, alle porte del rinnovo dei Contratti pubblici, scelte politiche di segno diverso con l’obiettivo di rilanciare la qualità dei servizi e del lavoro anziché ridurre, come già è avvenuto in passato, tutto alla linea consueta della lotta ai dipendenti pubblici ritenuti pregiudizialmente fannulloni e demotivati da controllare con le rilevazioni biometriche. Cosi come ci saremmo aspettati un segnale di cura e di attenzione per riconoscere la specificità dei nostri settori, scuola, università, ricerca e alta formazione, che svolgono un ruolo di primo piano per garantire diritti fondamentali della persona.
È un testo da modificare significativamente se si vuole dare un segnale di cambiamento rispetto alle politiche sbagliate del passato a partire della valorizzazione dello strumento contrattuale.
Per queste ragioni la FLC CGIL, insieme alla CGIL e alla FP CGIL, si è impegnata a far pervenire alla Commissione Lavoro del Senato una serie di emendamenti per cambiare l’articolato in questione.